giovedì 19 luglio 2012

Recensione: A lesson in Honour di Pamela Aidan

Carissimi Lettori e Amici di Old Friends & New Fancies,

eccoci finalmente alla Recensione a quattro mani (la cara LizzyS ci raggiungerà in seguito commentando assieme a voi) del quinto derivato in programma per il Pride & Prejudice Bicentenary: 'A Lesson in Honour - Young Master Darcy' di Pamela Aidan, la stimata autrice della Trilogia Fitzwilliam Darcy, Gentiluomo, edita da TEA, della quale trovate i links alle recensioni in fondo al post.

Invitiamo tutti coloro che hanno letto questo prequel a novella (seguendo il nostro GdL o meno) a lasciare la propria opinione su questo post e, gli altri a commentare, domandare, suggerire tutto quello che vorranno, cui provvederemo a rispondere!
E ora, buona lettura!
SCHEDA LIBRO
Autore: Pamela Aidan
Titolo: A Lesson in Honour (Young Master Darcy)
Casa Editrice: Wytherngate Press
Data Pubblicazione: 01 Dicembre 2010
Formato: Paperback
Pagine: 122
Sinossi
Il giovane signor Darcy
Una lezione sull'onore

Cosa significa essere un Darcy? 
E' Natale 1797 e il tredicenne Signor Fitzwilliam Darcy sta per tornare a casa dal suo primo trimestre ad Eton, pregustando con ansia le sue vacanze. A breve, lui e la sua famiglia lasceranno l'elegante casa di Londra per andare a Pemberley, la loro tenuta nel Derbyshire per prepararsi all'arrivo dell'irrefrenabile cugino Richard e degli altri parenti Matlock.
Ma quando Darcy arriva a Londra scopre che sua madre è ammalata. La prognosi del suo dottore è disperata: Lady Anne non sopravvivrà un altro anno!
Mentre Natale si avvicina, Darcy è dilaniato fra le battaglie condotte dai suoi genitori e il fascino esercitato su di lui da un'insolita compagnia di attori che si trova a Lambton per le vacanze.
Con l'arrivo di Richard e della sua famiglia, il giovane Darcy dovrà soddisfare le aspettative di tutti e, nel farlo, imparerà cosa vuol dire essere un Darcy.
Pamela Aidan ha creato un breve romanzo di formazione commuovente, basato sui personaggi di Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen.

A Lesson in Honour analizza l'amore, il dovere, l'onore di famiglia - tutti quei principi che il giovane Fitzwilliam Darcy apprenderà da entrambi i suoi genitori nell'affrontare una crisi familiare - insieme ad una lezione tratta dall'indiscrezione giovanile e da una storia d'amore adolescenziale, che aiuterà a definire l'uomo che Elizabeth Bennet incontrerà al ballo di Meryton molti anni dopo.
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RECENSIONE delle LIZZIES

LizzyP: Ma che fatica essere un Darcy”!
LizzyGee: Lezioni d'Orgoglio
Sono stato egoista per tutta la vita, nella pratica, anche se non nei principi. Da bambino mi è stato insegnato ciò che era giusto, ma non mi è stato insegnato a correggere il mio carattere. Mi sono stati trasmessi principi sani, ma mi è stato permesso di coltivarli nell'orgoglio e nella presunzione. Unico figlio maschio, per mia sfortuna (e per molti anni unico figlio in assoluto), sono stato viziato dai miei genitori, che, anche se di per sé buoni (mio padre, in particolare, era tutto ciò che si può chiamare benevolenza e simpatia), mi hanno permesso, incoraggiato, quasi insegnato a essere egoista e arrogante, a non curarmi di nessuno se non della mia cerchia familiare, a ritenere inferiore tutto il resto del mondo; o almeno, a desiderare di ritenere inferiore il buonsenso e il valore degli altri in confronto ai miei. Tale sono stato, dagli otto ai ventotto anni; e tale potrei ancora essere se non fosse stato per te, mia carissima, amatissima Elizabeth! (Orgoglio e Pregiudizio, cap. 58 trad. Giuseppe Ierolli)
È forse da questa dichiarazione di Mr Darcy che prende spunto questo romanzo breve, un prequel di Orgoglio e Pregiudizio su un Natale dell’adolescenza di Darcy, l’ultimo che trascorre con la madre, che — di ritorno dal primo trimestre a Eton — scopre malata e destinata a morire entro l’anno. Un periodo natalizio in cui Darcy cerca di convivere con il dolore per l’imminente perdita, le prime esperienze da adolescente, il primo contatto con il mondo degli adulti.
Eton College
Immaginate, dunque, di conoscere l'affascinante, unico nel suo genere, Mr Fitzwilliam Darcy, nel bel mezzo di quella nota “fase transitoria” – dai genitori definita meglio come “età difficile o della ribellione” – dalla fanciullezza all'età adulta, dove tutto ha un sapore nuovo, l'ingenuità lascia il posto alle prime consapevolezze e, come tutti noi ricordiamo, ai primi errori di valutazione.
E se crescere è un arduo compito comune a tutti i giovani di questo mondo, diventare “un Darcy di Pemberley” aggiunge alle difficoltà l'ulteriore onere di quelle Regole di comportamento cui non è permesso disobbedire, pena la perdita di ogni privilegio che essere “un Darcy” comporta.
Ma cosa significa diventare “un Darcy di Pemberley”?

Quali sono le Regole insormontabili, senza le quali si è banditi per sempre da questo posto speciale nel mondo?

Il giovane Master Darcy impara sin dalla tenera età quali siano questi limiti invalicabili imposti dall'Aristocrazia, come il grave impegno di rispettarne le linee.
Fitzwilliam (Fiss, come lo chiama teneramente la piccola Georgiana) è poco più che un bambino. Appena tornato ha casa ha riposto i giocattoli più infantili per poter accogliere i cugini Fitzwilliam, più grandi di lui. Il suo infervorarsi — tipicamente maschile — per la fratellanza dei The Four and Goers, un club di guidatori scavezzacollo di veloci calessi, di cui suo padre è Socio Fondatore — ormai pentito —; la sua ricerca per la novità, per la varietà, per la compagnia di persone di diverse estrazioni sociali, in un momento in cui tutto sta cambiando davanti ai suoi occhi a causa della malattia di Lady Anne, ce lo fanno vedere chiaramente. Il giovane ha già affrontato i primi cambiamenti adattandosi ai primi mesi di collegio, superati grazie all’aiuto del cugino Richard, che può vantare un anno di esperienza più di lui.
Ma, – com'è auspicabile nel normale corso dell'adolescenza, – il giovane Darcy incorre in qualcosa che per la prima volta lo porta a valicare i confini di quei dettami, complice l'entusiasmo della giovinezza e quell'irrinunciabile voglia di libertà scaturita improvvisamente da un evento fuori programma.

Darcy, di ritorno da Eton per le vacanze natalizie, riabbraccia finalmente il padre nella casa londinese (residenza di città dei Darcys che la Aidan, come ricordiamo dalla Trilogia di Fitwilliam Darcy, Gentiluomo, ha denominato “Erewile House” – nome che, noi Lizzies, abbiamo apprezzato molto!), il benvenuto dura poco, una notizia sconvolgente, la peggiore in assoluto, lo accoglie subito dopo...
George Darcy comunica al figlio della penosa malattia della madre e, cosa assai più grave, dell'improbabilità della guarigione che la destinerà a pochi mesi di vita, un anno nella migliore delle previsioni.  
È un grave colpo per il giovane: la madre rappresenta la parte più tenera del suo carattere, come il padre è il suo punto di riferimento in quanto uomo. Ma c'è di più. Mr Darcy chiede al figlio di eseguire il più gravoso dei compiti, ovvero, di reprime disperazione e malumore, vivendo questi mesi che restano alla madre come se non esistesse una fine, fingere che tutto vada bene per onorare il volere stesso di Lady Anne.
Rispettare l'ultimo desiderio della madre non è un solo un doloroso compito, ma un Dovere.
Essere dei 'Darcy' è un onere che va affrontato da subito: nascondere ogni sentimento e mostrarsi impassibili, perfino quando il dolore è incontenibile; comportarsi sempre secondo l’etichetta, anche quando si è dei ragazzini appena affacciati sul mondo e si vorrebbe piangere fra le braccia dell'adorata madre.
Il giovane Darcy – rispondendo alla richiesta diretta del padre – per la prima volta nella sua breve vita, ha dato la sua parola di Gentiluomo.
Un evento che segna definitivamente il passaggio all'età adulta, una promessa cui non può sottrarsi destinata a cambiare ogni cosa, compreso il suo carattere spensierato.
L'incontro di madre e figlio è struggente, come è facile immaginare.
In seguito, Darcy cerca rifugio dalla finzione imposta, uscendo per lunghe cavalcate, finché, un giorno, un vociare lo attira verso un gruppo di ragazzi mal assortiti, impegnati a dar di scherma con spade di legno, la tentazione è troppo forte e poco dopo si ritrova nel bel mezzo della mischia a dar lezioni sotto falsa identità (sicuramente, svelare il proprio nome e la reciproca appartenenza ad un ceto tanto superiore, sarebbe stato un ostacolo nel conquistarsi l'amicizia dei coetanei).
Nel gruppo c'è Rosamund, esuberante ragazzina (anche un po' maschiaccio) che, dopo la diffidenza iniziale verso Darcy, si rivela intrigante quanto audace, tanto da insinuare nella mente e nel cuore del giovane i primi timidi moti dell'innamoramento, uno stadio embrionale dell'amore deputato a ridimensionarsi secondo le Regole di Pemberley ed a condizionare il suo comportamento futuro.
Devo dire che questa tenerezza nei confronti di Rosamund, una cotta adolescenziale, superata quasi con un battito di ciglia, dopo il discorsetto di Mr Darcy padre - e una bella dose di bacchettate - mi ha un po' infastidito: non si può certo paragonare Rosamund, sguaiata e incolta ad Elizabeth Bennet, anche se le due hanno in comune l'immediatezza e una dose di anticonformismo. Eppure sembra che la Aidan le voglia quasi accomunare nella mente di Mr Darcy quando cercherà di resistere in futuro al fascino che Miss Bennet eserciterà su di lui.
Le parole di suo padre:
"But I do not want you to ever, ever neglect the duties and the resposabilities attached to this family as you did last night. You are a different than any other young men. You are a Darcy. You cannot pursue pleasure at your whim. You cannot encourage every girl you fancy. Do you understand me, Fitzwilliam?"
[Non voglio che tu venga meno, in nessun caso, ai doveri e alle responsabilità che sono d'obbligo in questa famiglia, come è accaduto la scorsa notte. Tu sei diverso da qualsiasi altro giovane. Sei un Darcy. Non puoi ricercare il piacere a tuo capriccio. Non puoi incoraggiare ogni ragazza di tuo gradimento. Mi capisci, Fitzwilliam?"]
riecheggiano nella prima proposta a Elizabeth ad Hunsford. Sembra che siano state il suo mantra dal momento in cui il padre le ha pronunciate. Eppure l'amore per Lizzy ha superato ogni ostacolo ("In vain I've struggled. It will not do").
Sinceramente, non credo che la Aidan voglia avvicinare le due figure femminili che intendi; Rosamund è sì spigliata ed anticonformista come Lizzy, ma non ha nessun altra cosa che le accomuni, forse quegl'occhi scuri? Io non vi ho visto un'anteprima per i suoi "gusti in fatto di donne" futuri, ma la semplice ingenua reazione di Darcy conseguente alla prima inattesa "infatuazione", così come il nuovissimo confronto con l'altra metà del cielo diversa da quelle sinora a lui note, verso la madre e la sorella. Sarà gelosia, la mia? Non lo so, eppure è logico che una piccola cottarella infantile ci sta. Il fatto è che, da brave Lizzies, siamo sempre un po' gelose del nostro Mr Darcy... Se il superamento dell'infatuazione è così immediato, non è, a mio avviso, solo per dovere di obbedienza verso il padre, ma anche da quella facilità di entusiasmarsi e subito dimenticare tipica di questa giovane età.
La lezione, però, sarà per lui un ammonimento proprio verso questi facili entusiasmi, ogni simpatia sarà sempre ponderata (persino troppo) in futuro, quasi fosse un criterio fondamentale di scelta che, come sappiamo, diventerà l'esigenza della perfezione, tutto ciò che non è Lizzy, insomma... ed è solo incontrando lei che maturerà finalmente la sfera sentimentale di Darcy, solo allora.
Ho un piccolo appunto da fare a Mrs Aidan riguardo alla 'nomenclatura' - chiamiamola così - e  alle questioni di etichetta. Capisco che Fitzwilliam non sia un nome di battesimo facile, e che i pochi che possono avere l'onore di chiamarlo per nome - anche in giovane età - debbano trovarlo lungo e impronunciabile - quindi OK per il 'Fiss' di Georgiana - ma 'Fitz' non mi sembra assolutamente consono. Tanto più che l'abitudine continua in età adulta - lo sappiamo dalla Trilogia di Fitzwilliam Darcy, Gentleman -, mentre è risaputo che sia per etichetta che per quanto appurato da Orgoglio e Pregiudizio medesimo, gli amici più stretti chiamano Mr Darcy semplicemente 'Darcy'.
Sul nome di battesimo del cugino maggiore, D'Arcy ho non pochi dubbi: d'accordo che il nostro eroe si chiami Fitzwilliam perché è il cognome della madre, nobile, figlia di un conte. Ma a che scopo chiamare un futuro conte con il cognome della famiglia dello zio, ricca, ma non aristocratica?
Infine - come già detto in sede di discussione del Gruppo di Lettura - ho trovato il siparietto fra il giovane Darcy e Mrs Reynolds assolutamente inutile: secondo l'etichetta la governante è sempre Mrs. seguito dal Cognome, che sia sposata o meno: è una questione di gerarchie, e anche i padroni di casa devono enfatizzare il suo ruolo di capo della servitù con l'appellativo 'Mrs.'. Per questo che un Darcy ormai cresciuto possa discutere se chiamarla Mrs Reynolds o solo Reynolds non esiste. Fra parentesi, non è detto che la signora Reynolds fosse sposata; secondo me non lo era; la Aidan ha, invece, deciso di accasarla con il maggiordomo.

In conclusione, Pamela Aidan immagina il cammino in salita del giovane Darcy verso la conquista del suo posto nell'Alta Società, un piccolo piacevole romanzo di formazione, il cui scopo principale è di indagare le ragioni che hanno fatto di Fitzwilliam Darcy il complesso, quanto meraviglioso, personaggio tanto amato – persino idolatrato – dal pubblico austeniano.
Trovo che questo romanzo sia molto gradevole, un prequel perfetto per la Trilogia di Fitzwilliam Darcy, Gentleman, ma che non coincide al cento per cento con la mia idea del Mr Darcy di Jane Austen. 
Noi Lizzies apprezzeremmo la sua traduzione - come quella di tutte le Austen Inspired Novels. Tuttavia  la sua natura di prequel la sua lunghezza - si tratta di un racconto lungo - difficilmente permetteranno che ciò venga messo in pratica. 

  Link Utili
Terza Tappa
Il segnalibro di LizzyGee

Le RECENSIONI della Trilogia di Fitzwilliam Darcy, Gentiluomo:
LizzyP su > La Collezionista di Dettagli <
LizzyS su  > Un tè con Jane Austen <
LizzyGee su  Goodreads > QUI < e > QUI <

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"È solo un romanzo...o, in breve, un'opera in cui i più grandi poteri della mente vengono esercitati, in cui la più profonda conoscenza della natura umana, la più felice delineazione della sua varietà, le più vivaci effusioni di arguzia e umorismo sono trasmesse al mondo nel miglior linguaggio possibile."

L'Abbazia di Northanger

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